mercoledì 23 novembre 2011

A proposito di cellulari a scuola....

Gli studenti che filmano con i telefonini senza autorizzazione non sanno cosa rischiano.
Leggete!....leggete!...

Corriere  della  sera
Filma la prof, il video su YouTube: ai genitori multa da 20 mila euro
Il giudice: ha offeso l'onore della sua insegnante
MONZA - Bastava accen­dere il computer e cliccare su YouTube. C’era la prof di ita­liano. Girata di spalle. Che scriveva alla lavagna. Ignara di quello che accadeva alle spalle ma che poteva immagi­nare. I gesti osceni, le boccac­ce, gli sbadigli e i colpi di son­no improvvisi. Ma quello pro­prio no. Che qualcuno, uno studente, riprendesse tutto con il suo cellulare. E poi, tor­nato a casa, ci facesse un «film» da mettere in Rete. Per­sino con i sottotitoli ironici. Una bravata che è costata ven­timila euro ai genitori del ra­gazzo. Il risarcimento stabili­to dal giudice che ha accolto l’istanza della docente. Lo stu­dente è stato giudicato colpe­vole di aver «pubblicato im­magini lesive del decoro e del­la reputazione dell’insegnan­te », ha scritto il giudice civile di Monza, Luisa Berti.
L’episodio risale al 2007, al­l’Itis Einstein di Vimercate, comune della Brianza. A dire il vero il ragazzo aveva am­messo quasi subito di essere il responsabile. E se l’era ca­vata con 15 giorni di sospen­sione. Ma la prof, Emilia Fara­no, l’aveva denunciato e ave­va chiesto 25.000 euro di ri­sarcimento. «Ho voluto anda­re a fondo alla questione — ha spiegato l’insegnante — non solo per tutelare la mia immagine professionale, ma anche per lanciare un moni­to, rivolto soprattutto ai ra­gazzi, e ai loro familiari». «Abbiamo chiesto al giudice — ha commentato l’avvoca­to della donna, Raffaele No­tari — di lanciare un segnale forte a garanzia della figura dell’insegnante e del rispet­to che merita». La sentenza mette un argi­ne ai comportamenti sopra le righe degli studenti durante le lezioni. Il magistrato non ha voluto punire la malefatta videoamatoriale dello studen­te ma il fatto di aver diffuso in Rete il filmato. Un evento verificatosi dopo l’ora di lezio­ne, quando «il ragazzo non si trovava più sotto il controllo dell’insegnante». Così come crea un precedente giurispru­denziale la punizione che col­pisce i genitori dei ragazzi re­sponsabili. Quello di Vimerca­te non è il primo, e neanche il più clamoroso, caso di lezio­ni riprese dal cellulare e poi diffuse online.
R. M. 14 novembre 2009(ultima modifica: 15 novembre 2009)
Corriere della sera
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_14/filma_2ee14012-d0e7-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
 E  ancora....

Filma la prof in classe Multa da seimila euro
Seimila euro di multa, tanto dovrà pagare lo studente che in un istituto tecnico di Imperia ha filmato con il videotelefonino la professoressa e i suoi compagni di classe. «Ha violato l'articolo 13 della legge sulla privacy — spiega Maurizio Masciopinto della Polizia postale, intervenuta a scuola — la sanzione amministrativa va da un minimo di tremila a un massimo di diciottomila euro. In questo caso abbiamo applicato il doppio del minimo». Seimila euro.
 Il rapporto della Polizia postale sarà inviato al garante della Privacy, Francesco Pizzetti che, ha detto, valuterà. È la prima volta che viene applicata la norma per punire lo «sport» studentesco di filmare in classe. Secondo Masciopinto un ottimo segnale «per fermare un fenomeno dilagante fra i ragazzi e difficilissimo da controllare». Ma i genitori cosa diranno? «I genitori capiranno: è come la sanzione per chi va in motorino senza casco. Tutela i ragazzi ».
Una lezione che non dimenticherà lo studente diciottenne dell'istituto per geometri Ruffini che giovedì scorso ha ripreso con il cellulare la professoressa durante l'ora di costruzioni. La docente se n'è accorta e ha mandato il ragazzo dal neo-preside, in carica da un mese, Giovanni Poggio. Il preside ha chiamato la polizia, gli agenti hanno «acquisito» il videotelefonino, hanno visionato i filmati (due), poi hanno chiesto al ragazzo di cancellarli, quindi gli hanno restituito il cellulare. I filmati erano semplici riprese della lezione durante la quale gli studenti «facevano un po' di confusione», privi di contenuti discutibili o francamente orrendi come altri finiti su YouTube. Ma il contenuto ha avuto poca importanza. Aver filmato la professoressa è una violazione della legge sulla privacy. «In particolare — dice il dirigente della Polizia postale di Imperia Ivan Bracco — è stata contestata l'omissione dell'informativa che bisogna far sottoscrivere per le riprese». Conclusione, nessuna conseguenza penale ma stangata durissima. Se lo studente fosse stato minorenne era possibile sanzionarlo? «A partire dai quattordici anni sì», spiega Masciopinto.
I genitori sono avvisati, la minor età non salverà i loro pargoli.
Costernato, pentito, il diciottenne ha chiesto scusa: «Ho fatto una stupidaggine. Mi dispiace». Adesso rischia anche una sospensione da scuola di cinque giorni e il sette in condotta ma è probabile che il consiglio di istituto non sia troppo severo. «Io spero che lo studente sia promosso — ha detto il preside —. Ha capito di aver sbagliato e è un bravo ragazzo. Non c'è da parte mia volontà punitiva o persecutoria. La scuola ha una funzione educativa e certi comportamenti vanno sanzionati. Credo che questo possa essere d'esempio anche per le altre scuole».
Tempi duri all'orizzonte per gli studenti che sgarreranno, non solo per quelli con il videotelefonino facile. Ieri il Consiglio dei ministri ha esaminato in prima lettura il nuovo regolamento che prevede sanzioni più severe per chi a scuola commette atti di bullismo o di violenza. Chi fa il bullo o è responsabile di violenze gravi rischia di non poter sostenere gli esami o di essere escluso dagli scrutinii, chi commetterà atti di vandalismo dovrà porvi rimedio, pulendo i muri o contribuendo a pagare i danni. Il Consiglio di Stato ha già espresso parere favorevole al nuovo statuto.
da aetnanet.org

CMAP TOOLS - Un software free per elaborare mappe concettuali


Si tratta di un ambiente digitale per la realizzazione di mappe concettuali, che applica in modo rigoroso il modello del prof. J. Novak ed è realizzato dall'Institute of Human and Machine Cognition (USA). E' disponibile per Windows, Linux e Solaris, anche in versione italiana. E' free per usi educativi e no profit.
Il programma è free, e quindi gratuito, per l'uso a scuola e per lo studio a casa. E' dedicato in modo specifico alla elaborazione di mappe concettuali, ma può essere utilizzato anche per realizzare altre rappresentazioni delle conoscenza.
L'interfaccia non è immediatamente intuitiva e l'ambiente richiede quindi un breve tempo di apprendimento delle sue funzioni fondamentali. Vanno per altro apprezzati i numerosi esempi didattici raggiungibili attraverso i server destinati alla pubblicazione delle mappe concettuali, le quali vengono tradotte contestualmente anche in pagine web raggiungibili via browser, e le importanti possibilità di lavoro collaborativo previste dal programma.

download: dopo una breve procedura di registrazione
http://cmap.ihmc.us/download/index.php

guida in italiano: http://www.2wmaps.com/GuidaCmapTools/
 
A cura del gruppo di valutazione
Facoltà di Scienze della Formazione
dell'Università di Firenze

lunedì 21 novembre 2011

Il registro elettronico non corre con il preside

L'ESPERTO RISPONDE/ La digitalizzazione è ancora sperimentale
Per adottarlo serve la delibera del collegio

Il dirigente non può decidere unilateralmente di adottare il registro elettronico.
Anche perché non esiste un obbligo di legge che lo imponga, ma solo sperimentazioni.
Per le quali, però, è necessario che ci sia una delibera dell'organo competente, ovvero il collegio dei docenti.
È la risposta a un insegnante che si interroga sui poteri del preside in merito all'utilizzo a scuola delle nuove tecnologie.
"Vorrei sapere se un dirigente può decidere unilateralmente di adottare i registri elettronici sia di classe sia personali con contestuale eliminazione di quelli cartacei senza una delibera del collegio docenti, senza contrattazione con la Rsu, senza un'adeguata formazione del personale docente, facendo solamente deliberare al consiglio di istituto l'acquisto dei pc."
No, il dirigente scolastico non è un autocrate, non può decidere unilateralmente di adottare i registri elettronici, che costituiscono invece il contenuto di libere sperimentazioni delle istituzioni scolastiche, né vi sono disposizioni di legge che li impongano (quella sulla pagella elettronica, ad esempio, è ancora in fase di discussione al parlamento).
Anche se sono da valutare positivamente tutte le iniziative di miglioramento della comunicazione con gli utenti e di contemporanea riduzione dei carichi di lavoro del personale, per il momento esse devono essere approvate e decise dagli organi collegiali, consiglio d'istituto e collegio dei docenti, che svolgono un ruolo determinante e di merito nell'organizzazione delle attività scolastiche, comprese quelle relative alla documentazione amministrativa degli alunni e dei docenti, e con tutta evidenza qui non si tratta solo di decidere una spesa (artt.7 e 10 del decreto legislativo n.297/1994, testo unico delle disposizioni legislative sulla scuola; artt.5, 6, 14 del decreto del Presidente della repubblica n.275/1999, regolamento sull'autonomia).
Come le istituzioni scolastiche non si identificano con il dirigente che le governa così la loro autonomia non si declina come esclusiva prerogativa decisionale del dirigente scolastico che non può imporre proprie visioni ma solo sollecitare atteggiamenti positivi e di innovazione dell'organizzazione scolastica nel rispetto della legalità.
Le decisioni delle istituzioni scolastiche in materia di digitalizzazione sono legittimate dal relativo codice che regola anche conservazione e archiviazione dei materiali (decreto legislativo n.
82/2005).
E ad assumerle spingono i due ministri dell'istruzione e dell'innovazione tecnologica, Gelmini e Brunetta, che hanno stipulato specifici accordi al riguardo (www.vivifacile.it).
Quanto all'intervento della rappresentanza sindacale unitaria è da escludere che possa svolgere un ruolo di merito sull'adozione ma solo sulle ricadute che essa eventualmente comporta sull'organizzazione del lavoro del personale della scuola (incentivi per iniziative di formazione, per eventuali carichi di lavoro aggiuntivi o per la disponibilità ad aderire).

Roberto Ferretto Rapallo (da "Italia Oggi", martedì 30 novembre 2010)
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domenica 20 novembre 2011

Scuola, è emergenza esuberi

Gli insegnanti in più attualmente sono 10mila. Il grosso si colloca nella secondaria di secondo grado con quasi 7mila unità. In buona parte l'allarme riguarda il Meridione. E ora la palla passa al neoministro Profumo
Nella scuola si contano oggi almeno 10 mila insegnanti “in esubero”. Insegnanti di ruolo che hanno perso la cattedra. Pagati e non si sa a far che cosa. L’ultima maximanovra li mette alla sbarra: o si trova un posto dove impiegarli, oppure vengono “collocati in disponibilità”, per due anni con stipendio ridotto all’80 per cento, quindi licenziati. Il grosso di questi esuberi si colloca nella secondaria di secondo grado con quasi 7mila unità, di cui quasi tremila sono insegnanti tecnico-pratici senza laboratorio. Circa 1.200 sono gli esuberi della scuola media mentre quasi duemila sono i maestri in più della primaria, collocati per lo più nelle regioni meridionali, con in testa Napoli e la Campania.

E’ questo il primo nodo che il governo Monti si trova a dover sciogliere. Spiega Pippo Frisone, esperto della Cgil scuola in un articolo pubblicato da www.scuolaoggi.org: “Al neo ministro Francesco Profumo toccherà gestire un funerale che in passato, pur se previsto dalle norme del dlgs 165/01, né destra né sinistra avevano mai avuto il coraggio di celebrare. Ad imporglielo, oltre a Bruxelles, è la perentorietà dell’art.4-terdecies del maxiemendamento sulla stabilità (ex finanziaria), approvato definitivamente dalle Camere, un giorno prima dell’incarico al neo senatore Mario Monti. Con tale norma, data l’informazione alle organizzazioni sindacali, l’amministrazione scolastica ne verifica la possibilità di ricollocazione totale o parziale al proprio interno o in altre amministrazioni, prima nella stessa provincia, poi in altre province della stessa regione ed infine in altre regioni”.

E se queste procedure non otterranno effetto, a questo personale non resterà alternativa al licenziamento? Un interrogativo drammatico a cui si dovrà rispondere. “Gli esuberi – continua Frisone – resteranno un problema aperto fin quando nella secondaria la riforma Gelmini non andrà completamente a regime nel 2015. Quali politiche saranno messe in campo? Gli esuberi saranno abbandonati definitivamente al loro destino o si cercherà quantomeno di trattenere buona parte di loro, riqualificandoli in altre classi di concorso o posti? In passato, negli anni ’80, politiche di riqualificazione degli esuberi furono messe in campo con successo e anche le risorse necessarie. Sarà ancora così o il debito pubblico non lo consentirà più? Riuscirà il neo ministro Profumo a neutralizzare l’art. 4-terdecies del maxiemendamento? Se considera gli esuberi una risorsa da utilizzare farà di tutto per ricollocarli dentro o fuori dalla scuola, se li considera invece un peso inutilizzabile, li abbandonerà al loro destino. Noi ci auguriamo che prevalga , sempre e comunque, l’ipotesi più razionale ed economicamente più vantaggiosa per tutti , cioè, la riqualificazione degli esuberi”.

di Augusto Pozzoli , 17 novembre 2011 (da "Il Fatto Quotidiano")

Alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA)

sabato 19 novembre 2011

Governo Monti: apprezzabili segnali di novità, ma le riforme del Ministro Gelmini vanno radicalmente cambiate

 

Dichiarazione di Domenico Pantaleo, Segretario generale della FLC CGIL - Nel discorso programmatico del Presidente del Consiglio Mario Monti abbiamo apprezzato la centralità data all’accrescimento dei livelli d’istruzione e alla valorizzazione del capitale umano. Dopo anni nei quali si è ritenuto che scuola, università, Afam e ricerca pubbliche fossero un puro costo, le parole di Monti sono un importante segnale di novità.
E' nostra convinzione che il sapere non deve mai essere piegato unicamente ai bisogni e alle decisioni delle imprese, ma rappresenta una grande opportunità di uguaglianza sociale. Per questa ragione ci attendiamo provvedimenti immediati per il diritto allo studio. La prima priorità è quella di tornare ad investire in conoscenza pubblica dopo i tagli epocali del Governo Berlusconi. Gli investimenti devono servire ad innalzare la qualità del sistema, a realizzare un’integrazione più forte tra istruzione, formazione e ricerca e per questa ragione bisogna cambiare radicalmente le riforme della Gelmini che sono fallimentari. Si è peggiorata la qualità e la quantità dell’offerta formativa, molti atenei sono al collasso e la ricerca pubblica è fortemente penalizzata dalla riduzione delle risorse e dal centralismo burocratico. Il lavoro è stato umiliato e la precarietà continua ad imperversare in tutti i comparti della conoscenza. Chiediamo piani di stabilizzazione per i precari, il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro e il pagamento degli scatti di anzianità nella scuola per rispondere alla drammatica questione salariale.
Solo attraverso la contrattazione possono essere individuati criteri e parametri di valutazione per la valorizzazione professionale. A tal proposito abbiamo avanzato una nostra proposta sulle finalità e sull’impianto della valutazione di sistema per la scuola e per le università e siamo perciò pronti al confronto.
L’Invalsi deve essere considerato una parte del sistema di valutazione anche perché sono evidenti i limiti dei test e siamo perciò decisamente contrari a considerare quelle prove il riferimento per la revisione della selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti e tantomeno possono essere utilizzate per interventi punitivi sulle scuole. Ci auguriamo che si possa aprire un grande dibattito pubblico su quali politiche mettere in campo per favorire la crescita e l’innovazione del sistema della conoscenza.
La competenza e il prestigio del nuovo Ministro Profumo e la sua predisposizione all’ascolto sono importanti per superare l’autoritarismo della ex Ministra e per garantire un sistema di regole trasparenti nelle relazioni con tutte le organizzazioni sindacali.

orizzontescuola.it

venerdì 18 novembre 2011

Il nuovo Ministro della Pubblica Istruzione

Francesco Profumo 58 anni è il nuovo ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Lascia la presidenza del Cnr, il consiglio nazionale delle ricerche, assunta nell'agosto 2011.
Savonese di nascita, laureato in ingegneria elettrotecnica a Torino, di cui è stato rettore, assumendo anche la carica di presidente del consiglio di amministrazione. Attualmente è professore incaricato all'Università di Bologna.
Ha lavorato anche nel consiglio di amministrazione di Unicredit Private Bank, del Sole 24 Ore, di Fidia Spa e di Telecom e Pirelli.